Riportiamo articolo pubblicato su: educazionefinanziaria.com
I CIR acronimo di conti individuali di risparmio, si pongono un duplice obiettivo:
incentivare i risparmiatori italiani ad investire nei titoli di Stato
stabilizzare l’andamento dello spread e finanziarie opere pubbliche
Attraverso i CIR, infatti, i risparmiatori italiani godrebbero di una serie di vantaggi fiscali e allo stesso tempo, la “nazionalizzazione” del debito pubblico lo renderebbe meno esposto alla speculazione internazionale
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Analizziamo subito nel dettaglio questi interessanti strumenti finanziari! Voglio ricordarti che in Italia un prodotto finanziario che portasse beneficio all’economia reale è stato già creato. In quel caso lo scopo era quello di sostenere le medie imprese italiane attraverso i PIR. Ti segnalo anche un articolo sui PIR messe da Banca mediolanum.
CIR caratteristiche: come funzionano e chi può sottoscriverli
I CIR non sono altro che dei conti correnti sui quali affluiscono esclusivamente gli investimenti in titoli di Stato, come i BTP, che saranno emessi a partire dal 2019.
Nei CIR, pertanto non possono confluirei i titoli di Stato già in circolazione, ma solo quelli di futura emissione. Si dovrebbe partire dal 2019.
Chi può sottoscrivere i conti individuali di risparmio?
I CIR si rivolgono ad una categoria ben precisa e limitata di sottoscrittori. I destinatari di questo strumento sono esclusivamente le persone fisiche residenti in Italia. Non possono aprire un CIR le aziende e le altre persone giuridiche.
Quali vantaggi per i risparmiatori italiani che sottoscrivono i CIR?
Grazie ai conti individuali di risparmio, i risparmiatori italiani potranno godere di un’esenzione fiscale totale.
I sottoscrittori di un CIR potranno, infatti, godere di un credito d’imposta del 3,5%. In realtà, in sostituzione del credito d’imposta l’esecutivo starebbe studiando l’introduzione di una deduzione del 23% sul totale dell’investimento (fino ad una soglia massima di deducibilità di 3.000 euro).
Credito d’imposta o deduzione fiscale del 23% resta il fatto che i rendimenti cedolari e le eventuali plusvalenzenon saranno più oggetto di tassazione. Ti ricordo che secondo la normativa vigente i titoli di Stato già godono di una tassazione agevolata. Tali strumenti sono infatti sottoposti ad un prelievo fiscale del 12,50%, rispetto ad una tassazione ordinaria del 26% cui sono sottoposti tutti gli altri strumenti finanziari, come titoli azionari o obbligazioni societarie.
L’introduzione di tale tipologia di conti ha come scopo quello di rendere ancora più attrattivi i titoli di Stato agli occhi dei risparmiatori italiani.
Oltre all’indubbio vantaggio fiscale, la sottoscrizione di un CIR apporterebbe altri benefici. I CIR, sarebbero:
impignorabili
insequestrabili.
esclusi dalle imposte di successione e donazione se le somme saranno vincolate per almeno 18 mesi.
Dati i particolari vantaggi che deriverebbero dal sottoscrivere un CIR, per evitare “abusi” sono al vaglio diverse ipotesi sulla limitazione del capitale investibile in tali strumenti.
CIR: le condizioni da rispettare per godere dei vantaggi fiscali e non!
Per godere di tutti i vantaggi sopra elencati legati ai CIR è necessario rispettare una serie di condizioni:
Le obbligazioni dovranno essere mantenute fino alla loro scadenza
Le obbligazioni non potranno essere date in garanzia per altre operazioni (come i pronti contro termine).
le obbligazioni non potranno essere oggetto di vendite allo scoperto (operazioni short in titoli di Stato)